Art. 1655 c.c. – Nozione.
L’appalto è il contratto (art. 2222) col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio (art. 2082), il compimento di un’opera o di un servizio verso un corrispettivo in denato (art. 1657).
Art. 1656 c.c. – Subappalto.
L’appaltatore non può dare in subappalto l’esecuzione dell’opera o del servizio, se non è stato autorizzato dal committente (art. 1670)
Art. 1657 c.c. – Determinazione del corrispettivo.
Se le parti non hanno determinato la misura del corrispettivo nè hanno stabilito il modo di determinarla, essa è calcolata con riferimento alle tariffe esistenti o agli usi; in mancanza, è determinata dal giudice (art. 1474, 1709, 1733, 1755 comma 2, 2225).
Art. 1658 c.c. – Fornitura della materia.
La materia necessaria a compiere l’opera deve essere fornita dall’appaltatore, se non è diversamente stabilito dalla convenzione o dagli usi (art. 1663, 1673, 2223).
Art. 1659 c.c. – Variazioni concordate del progetto.
L’appaltatore non può apportare variazioni alle modalità convenute dell’operqa se il committente non le ha autorizzate. L’autorizzazione si deve provare per iscritto (art. 2725). Anche quando le modifiche sono state autorizzate, l’appaltatore, se il prezzo dell’intera opera è stato determinato globalmente, non ha diritto a compenso per le variazioni o per le aggiunte, salvo diversa pattuizione.
Art. 1660 c.c. – Variazioni necessarie del progetto.
Se per l’esecuzione dell’opera a regola d’arte è necessario apportare variazioni al progetto e le parti non si accordano, spetta al giudice di determinare le variazioni da introdurre e le correlative variazioni del prezzo.
Se l’importo delle variazioni supera il sesto del prezzo complessivo convenuto, l’appaltatore può recedere dal contratto e può ottenere, secondo le circostanze, un’equa indennità.
Se le variazioni sono di notevole entità, il committente può recedere dal contratto ed è tenuto a corrispondere un equo indennizzo.
Art. 1661 c.c. – Variazioni ordinate dal committente.
Il committente può apportare variazioni al progetto, purchè il loro ammontare non superi il sesto del prezzo complessivo convenuto. L’appaltatore ha diritto al compenso per i maggiori lavori eseguiti, anche se il prezzo dell’opera era stato determinato globalmente.
La disposizione del comma precedente non si applica quando le variazioni, pur essendo contenute nei limiti suddetti, importano notevoli modificazioni della natura dell’opera o dei quantitativi nelle singole categorie di lavori previste nel contratto per l’esecuzione dell’opera medesima.
Art. 1662 c.c. – Verifica nel corso di esecuzione dell’opera.
Il committente ha diritto di controllare lo svolgimento dei lavori e di verificarne a proprie spese lo stato.
Quando, nel corso dell’opera, si accerta che la sua esecuzione non procede secondo le condizioni stabilite dal contratto e a regola d’arte, il committente può fissare un congruo termine entro il quale l’appaltatore si deve conformare a tali condizioni; trascorso inutilmente il termine stabilito, il contratto è risolto, salvo il diritto del committente al risarcimento del danno. (art. 1223, 1454, 2224).
Art. 1663 c.c. – Denuncia dei difetti della materia.
L’appaltatore è tenuto a dare pronto avviso al committente dei difetti della materia da questo fornita, se si scoprono nel corso dell’opera e possono compromettere la regolare esecuzione (art. 1658, 1673).
Art. 1664 c.c. – Onerosità o difficoltà dell’esecuzione.
Qualora per effetto di circostanze imprevedibili si siano verificati aumenti o diminuzioni nel costo dei materiali o della mano d’opera, tali da determinarne un aumento o una diminuzione superiori al decimo del prezzo complessivo convenuto, l’appaltatore o il committente possono chiedere una revisione del prezzo medesimo. La revisione può essere accordata solo per quella differenza che eccede il decimo.
Se nel corso dell’opera si manifestano difficoltà di esecuzione derivanti da cause geologiche, idriche e simili, non previste dalle parti, che rendano notevolmente più onerosa la prestazione dell’appaltatore, questi ha diritto a un equo compenso (art. 1467).
Art. 1665 c.c. – Verifica e pagamento dell’opera.
Il committente, prima di ricevere la consegna, ha diritto di verificare l’opera compiuta (art. 1666).
La verifica deve essere fatta dal committente appena l’appaltatore lo mette in condizione di poterla eseguire.
Se, nonostante l’invio fattogli dall’appaltatore, il committente tralascia di procedere alla verifica senza giusti motivi, ovvero non ne comunica il risultato entro un breve termine, l’opera si considera accettata (art. 1667).
Se il committente riceve senza riserve la consegna dell’opera, questa si considera accettata ancorchè non si sia proceduto alla verifica (art. 1667).
Salvo diversa pattuizione o uso contrario, l’appaltatore ha diritto al pagamento del corrispettivo quando l’opera è accettata dal commitente (disp. att. 181).
Art. 1666 c.c. – Verifica e pagamento di singole partite.
Se si tratta di opera da eseguire per partite, ciascuno dei contraenti può chiedere che la verifica avvenga per le singole partite. In tal caso l’appaltatore può domandare il pagamento in proporzione dell’opera eseguita.
Il pagamento fa presumere l’accettazione della parte di opera pagata; non produce questo effetto il versamento di semplici acconti (art. disp. att. 181).
Art. 1667 c.c. – Difformità e vizi dell’opera.
L’appaltatore è tenuto alla garanzia per le difformità e i vizi dell’opera (art.1490 ss.). La garanzia non è dovuta se il committente ha accettato l’opera e le difformità o i vizi erano da lui conosciuti o erano riconoscibili, purchè, in questo caso, non siano stati in mala fede taciuti dall’appaltatore.
Il committente deve, a pena di decadenza, denunziare all’appaltatore le difformità o i vizi entro sessanta giorni dalla scoperta. La denunzia non è necessaria se l’appaltatore ha riconosciuto le difformità o i vizi o se li ha occultati ( art. 1495 comma 2, 2226).
L’azione contro l’appaltatore si prescrive in due anni dal giorno della consegna dell’opera. Il committente convenuto per il pagamento può sempre far valere la garanzia, purchè la difformità o i vizi siano stati denunziati entro sessanta giorni dalla scoperta e prima che siano decorsi i due anni dalla consegna ( art. disp. att. 181).
Art. 1668 c.c. – Contenuto della garanzia per difetti dell’opera.
Il committente può chiedere che le difformità o i vizi siano eliminati a spese dell’appaltatore, oppure che il prezzo sia proporzionalmente diminuito, salvo il risarcimento del danno nel caso di colpa dell’appaltatore. (art. 1223).
Se però le difformità o i vizi dell’opera sono tali da renderla del tutto inadatta alla sua destinazione, il committente può chiedere la risoluzione del contratto ( art. 1453, 2226 comma 3, disp. att. 181).
Art. 1669 c.c. – Rovina e difetti di cose immobili.
Quando si tratta di edifici o di altre cose immobili destinate per la loro natura a lunga durata, se, nel corso di dieci anni dal compimento, l’opera, per vizio del suolo o per difetto della costruzione, rovina in tutto o in parte, ovvero presenta evidente pericolo di rovinao gravi difetti, l’appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purchè sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta (art. 2053). Il diritto del committente si prescrive in un anno dalla denunzia.
Art. 1670 c.c. – Responsabilità dei subappaltatori.
L’appaltatore, per agire in regresso nei confronti dei subappaltatori, deve, sotto pena di decadenza, comunicare ad essi la denunzia entro sessanta giorni dal ricevimento (art. 1667 comma 2).
Art.1671 c.c. – Recesso unilaterale dal contratto.
Il committente può recedere dal contratto, anche se è stata iniziata l’esecuzione dell’opera o la prestazione di servizio (art. 1373), purchè tenga indenne l’appaltatore delle spese sostenute, dei lavori eseguiti e del mancato guadagno ( art. 1685 comma 1, 1734, 1738, 2227, 2237).
Art. 1672 c.c. – Impossibilità di esecuzione dell’opera.
Se il contratto si scioglie perchè l’esecuzione dell’opera è divenuta impossibile in conseguenza di una causa non imputabile ad alcuna delle parti (art. 1464), il committente deve pagare la parte dell’opera già compiuta, nei limiti in cui è per lui utile, in proporzione del prezzo pattuito per l’opera intera ( art. 1675, 1686 comma 3, 2228).
Art. 1673 c.c. – Perimento o deterioramento della cosa.
Se, per causa non imputabile ad alcuna delle parti, l’opera perisce o è deteriorata prima che sia accettata dal committente o prima che il committente sia in mora a verificarla, il perimento o il deterioramento è a carico dell’appaltatore, qualora questi abbia fornito la materia (art. 1207 comma 1, 1665).
Se la materia è stata fornita in tutto o in parte dal committente, il perimento o il deterioramento dell’opera è a suo carico per quanto riguarda la materia da lui fornita, e per il resto è a carico dell’appaltatore.
Art. 1674 c.c. – Morte dell’appaltatore.
Il contratto di appalto non si scioglie per la morte dell’appaltatore, salvo che la considerazione della sua persona sia stata motivo determinante del contratto. Il committente può sempre recedere dal contratto, se gli eredi dell’appaltatore non danno affidamento per la buona esecuzione dell’opera o del servizio.
Art. 1675 c.c. – Diritti e obblighi degli eredi dell’appaltatore.
Nel caso di scioglimento del contratto per morte dell’appaltatore, il committente è tenuto a pagare agli eredi il valore delle opere eseguite, in ragione del prezzo pattuito, e a rimborsare le spese sostenute per l’esecuzione del rimanente, ma solo nei limiti in cui le opere eseguite per le spese sostenute gli sono utili (art. 1672).
Il committente ha diritto di domandare la consegna, verso uan congrua indennità, dei materiali prepagati e dei piani in via di esecuzione, salve le norme che proteggono le opere dell’ingegno (art. 2578).
Art. 1676 c.c. – Diritti degli ausiliari dell’appaltatore verso il committente.
Coloro che, alle dipendenze dell’appaltatore, hanno dato la loro attività per eseguire l’opera o per prestare il servizio possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto ( art. 1595, 1705 comma 2, 2900), fino alla concorrenza del debito che il committente ha verso l’appaltatore nel tempo in cui essi propongono la domanda.
Art. 1677 c.c. – Prestazione continuativa o periodica di servizi.
Se l’appalto ha per oggetto prestazioni continuative o periodiche di servizi, si osservano, in quanto compatibili, le norme di questo capo e quelle relative al contratto di somministrazione ( art. 1559 ss.).